Descrizione
BOLETUS EDULIS è il nome scientifico del fungo più amato in gastronomia, per il suo aroma gradevole e il gusto intenso. È un fungo particolarmente selvatico, infatti, per la sua caratteristica di fungo simbionte – cioè vive solo in interazione con altri esseri viventi – non può essere coltivato.
Questa sua selvatichezza non può che rimandare a miti e leggende che lo vedono partecipe della vita del bosco. È noto infatti che laddove si formi un cerchio di funghi, vi siano presenti anche le creature del mondo invisibile dei boschi. Se ne trovi uno, abbi cura di non finirci in mezzo. Si dice infatti, che potresti essere catturato dalle fate del bosco senza più possibilità di fare rientro nella dimensione umana. Il che in certi casi, potrebbe anche essere una fortuna…
Nel Medioevo si credeva che i funghi crescessero in circolo dopo un sabba, una riunione di streghe e stregoni, oppure una serata danzant tenuta da gruppi di gnomi e folletti.
Una leggenda tramandataci da uno scrittore greco del II Secolo dc, narra dell’eroe Perseo che, dopo un lungo e faticoso viaggio, stanco e assetato, si poté ristorare con l’acqua raccolta nel cappello di fungo. Decise di fondare allora in tal luogo una nuova capitale e di chiamarla “Micene” (Da Mikes, fungo, in greco), dando vita così ad una delle maggiori civiltà del passato: la Micenea.
Il termine fungus significherebbe “portatore di morte” (dal latino funus = morte e ago = porto, portare). Sono vari gli episodi, tra leggenda e realtà, legati alla concezione funesta dei funghi. Si narra ad esempio che l’imperatore Claudio era così ghiotto di funghi che morì proprio a causa di questi: la moglie Agrippina, conoscendo il suo debole culinario e desiderando mettere sul trono, al suo posto, il figlio di primo letto Nerone, lo avrebbe fatto avvelenare proprio con funghi velenosi.
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