Al settimo piano di un palazzo poco fuori dal centro di Torino, c’è il mio piccolo grande paradiso terrestre. Lo avevo sognato per tanto tempo. Mi ero limitata a ispirarmi con il naso in su, guardando quelli degli altri. Lo avevo immaginato simile ad alcuni terrazzi provenzalosi che guardavo e riguardavo fino allo sfinimento, nei supplementi di Gardenia dedicati a terrazzi e balconi.
È un terrazzo di 38 mq, con annesso appartamento di poco più grande. Ci viviamo io, Maurizio, Teresa e Giulio. Gli ultimi due sono gatti. D’Inverno ci dividiamo il poco spazio in casa, cercando di fare a meno di cose poco utili. Ma da marzo a settembre il terrazzo diventa una grande stanza in più. Meglio avere una casa piccola per essere spinti a sgusciare all’esterno, più che si può. Il periodo del lock down dal Covid me ne ha dato conferma.
Non rispecchia esattamente ciò che immaginavo. Non ha una balaustra di pietra e un bel pavimento come li avevo sognati. Ma la vista che si scorge da quassù è qualcosa che giustifica qualsiasi difetto. Per il resto… Le cose perfette non fanno parte del mio sentire. Cerco di avvicinarmi a un’idea di armonia e le piante sono le mie complici in questo.
Il mio desiderio più grande è poter ispirare le tante persone che come me sognano un terrazzo pieno di piante e fiori. Chi ancora non ce l’ha, per cominciare a immaginarlo nel proprio cuore e pian piano vederlo materializzarsi. Ma ispirare anche chi ce l’ha già, e vorrebbe farne un bel giardino in cui affacciarsi, invece che una lunga e noiosa fila di vasi.
Ma il terrazzo non è solo un’oasi verde per passare momenti rilassanti. È per me anche una scuola di vita. Loro, le piante, non sono elementi decorativi che si limitano a vegetare. Fra me e loro c’è un dialogo aperto e profondo. Tutte le fasi di coltivazione e convivenza mi raccontano di come posso stare al mondo al mio meglio. Mi parlano di equilibrio, emozioni, attaccamenti, paure, gioia euforica, tristezza, perdita, amore incondizionato, aspettativa, delusioni… Ma soprattutto mi riportano alla fonte di ciò che siamo. Noi creature di carne e sangue, che ci siamo confusi in mezzo a questo cemento. Tanto, troppo tempo fa.