Descrizione
Non avrei mai pensato che si potesse rendere in fotografia, quella stessa vena malinconica che contraddistingue le nature morte dei dipinti di 5/600. Eppure, ciò che i pittori dell’epoca si trovavano davanti, dovevano essere quelle stesse composizioni che un fotografo mette insieme prima di scattare la foto. Solo che invece di far viaggiare un pennello sulla tela, per riprodurle, si imprime la luce su di un sensore.
Io illumino queste composizioni con la semplice e sincera luce di una finestra, sempre collocata a sinistra del tavolo dove dispongo gli oggetti. Deve essere radente e lambire la materia per farne esaltare la superficie. La luce che arriva è filtrata sempre da un telo bianco, affinché non sia troppo brutale. La morbidezza e il contrasto deciso ma delicato è ciò che cerco. I colori non devono mai urlare, devono unirsi alle forme e partecipare alla stessa danza.
I frutti e le foglie autunnali forse sono fra i soggetti che recano con sé maggiore pathos rispetto a quelli delle altre stagioni. Sono lì a raccontare di un tempo che sta svanendo e che lascerà il posto al vuoto languido dell’inverno. Ma sono anche espressione dell’ultimo sole. Lo racchiudono nei colori aranciati e nei gialli. Quasi a volerne catturare l’essenza ancora, fino all’ultima goccia disponibile.
Puoi incorniciare direttamente la fotografia, nelle cornici standard dei formati 30×40 e 50×70. Oppure puoi sbizzarrirti facendo fare una cornice apposita dal corniciaio. Il passe-partout è già compreso nella stampa, e fa parte della stampa stessa.
Per richiedere altri formati, e altri supporti scrivimi.
patrizia.piga@patriziapiga.it